(da R. Marchese, Piani e percorsi della storia - 3, Milano, Minerva Italica, 2001) La rivoluzione informatica inizia a manifestare tutte le sue potenzialità con il passaggio alla fase della "telematica" (il termine è una contrazione di "telecomunicazione" e "informatica"), aprendo una molteplicità di prospettive di cui è ancora difficile prevedere gli esiti e la portata. Il primo impulso proviene, anche in questo caso, dagli ambienti militari. Nel 1969, l’agenzia di progetti di ricerca avanzata (ARPA) del dipartimento americano della difesa connette in rete (Arpanet) quattro computer di altrettanti centri di ricerca e università al fine di favorire la comunicazione scientifica. Questa rete, i cui nodi si moltiplicano rapidamente, ha una struttura "distribuita", senza gerarchia e senza centro, che la rende invulnerabile e in grado di assicurare la comunicazione tra le basi militari degli Stati Uniti anche nell’ipotesi di un attacco nucleare. La tecnologia packet switching consente a ogni pacchetto di dati di viaggiare autonomamente sulla rete, individuando di volta in volta la traiettoria più breve o disponibile tra molte traiettorie alternative (principio della "ridondanza"), per giungere a destinazione anche nel caso in cui diversi nodi vengano danneggiati. Nel 1983, viene introdotto il protocollo di trasmissione TCP/IP che, grazie alla sua semplicità e alla sua flessibilità, permette la comunicazione reciproca tra le varie reti che negli anni Ottanta si affiancano ad Arpanet (Bitnet, Usenet, NSFNet), mentre se ne separa Milnet come rete riservata ai collegamenti militari. NSFNet, promossa dalla National Science Foundation, costituisce la prima "dorsale" (backbone) ad alta velocità dell’Internet ("rete di reti") americana. Intorno al 1990, nascono i primi servizi di comunicazione commerciale e i primi ISP (Internet Service Provider: fornitore di accesso alla rete) privati, aumenta il numero delle connessioni al di fuori degli Stati Uniti e la caduta del muro di Berlino trasforma l’Europa dell’Est in una nuova frontiera per l’espansione di Internet. Il personal computer, allacciato alla linea telefonica, si trasforma da calcolatore in strumento di comunicazione che consente a milioni di utenti comuni di accedere a una rete che non è più monopolio della comunità scientifica. In quanto progressiva connessione planetaria tra numerose reti già esistenti, locali e nazionali, pubbliche e private, Internet si sviluppa per evoluzione spontanea, non pianificata da alcun soggetto istituzionale o economico. Per molti anni, anzi, ne vengono ampiamente sottovalutate la portata e le potenzialità. Il ritmo di crescita travolge ogni previsione e ogni precedente nella storia dei mezzi di comunicazione. Il numero degli host (i computer che, come nodi della rete, ospitano dati e servizi) passa da 200 nel 1981 a 200.000 nel 1990 e a 40 milioni nel 1998. Il numero degli utenti viene stimato all’inizio del 2000 tra i 250 e i 400 milioni. La trasmissione di dati avviene inizialmente attraverso le comuni linee telefoniche grazie al modem (modulatore/demodulatore) che converte i bit (digitali) in onde elettromagnetiche (analogiche) e viceversa. Negli anni Settanta e Ottanta la comunità accademica internazionale scambia via rete documenti di solo testo mediante posta elettronica (e-mail), gruppi di discussione (newsgroup), database e bacheche virtuali (BBS: Bolletin Board System). Negli anni Novanta il decollo di Internet come ambiente planetario virtuale di comunicazione di massa ("cyberspazio") viene favorito da nuove tecniche di digitalizzazione di immagini e suoni, di compressione dati, di denominazione dei "domini" o luoghi virtuali per individuarne univocamente l’indirizzo "logico" (non fisico) nella rete (DNS: Domain Name System). Il fattore decisivo che cambia la fisionomia di Internet è, però, la nascita del World Wide Web ("ragnatela grande quanto il mondo"), chiamato anche Web o WWW. Esso si basa sul linguaggio HTML (HyperText Markup Language), messo a punto al CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire) di Ginevra intorno al 1990, che attraverso una serie di collegamenti (link) trasforma un gruppo di documenti in altrettanti nodi di un "ipertesto", ovvero in una rete di percorsi possibili che spezzano la linearità di lettura dei testi tradizionali. I link, inoltre, possono rinviare non soltanto a documenti testuali, ma anche a immagini, suoni e filmati, trasformando gli ipertesti in "ipermedia", analoghi ai CD-ROM multimediali didattici o informativi. L’aspetto rivoluzionario dell’HTML consiste nel fatto che, una volta "pubblicati" in rete, cioè collocati su milioni di computer server, tutti i documenti multimediali (file) del Web appartengono a un unico ipertesto planetario in cui è possibile "navigare" (con un semplice "clic" del mouse su una parola o un’icona) richiamando i singoli file indipendentemente dalla loro collocazione fisica, che può essere a distanze geografiche enormi. Tale navigazione si avvale di un’interfaccia grafica ed è quindi semplice e intuitiva, grazie a un software che decodifica il linguaggio HTML e funge da "sfogliatore" (browser) delle pagine Web, passando da un sito Web all’altro: il primo browser (Mosaic) viene introdotto nel 1993, seguito a breve da Netscape e da Internet Explorer. Il Web, come rete di link ipertestuali, è soltanto un sottoinsieme di Internet, accanto ai servizi di posta elettronica e di trasferimento file (FTP), alla consultazione di database, ai newsgroup e alle comunicazioni in tempo reale (chat testuali e vocali, videoconferenze). Il successo della navigazione nel WWW favorisce, nel corso degli anni Novanta, la crescita esponenziale del numero dei siti da visitare, in particolare di quelli commerciali. Parallelamente, l’evoluzione multimediale di gran parte della rete, data la notevole dimensione dei file grafici, sonori e video, genera l’esigenza di linee di trasmissione a "banda" sempre maggiore: linee telefoniche digitali (ISDN), ADSL, fibre ottiche, reti satellitari. Si moltiplicano infine i punti di ingresso nel cyberspazio: oltre al personal computer, il telefono cellulare, il televisore, l’agenda elettronica. |