Divinità
Infernali
Gli
antichi immaginavano Ade, il re degli inferi, detto anche Plutone, figlio di Crono e Rea, quindi fratello di Zeus
e di Poseidone, come un dio cupo e triste,sempre chiuso nei suoi oscuri regni
dai quali uscì solo per rapire Persefone, la bella figlia di Demetra.
Zeus concesse ad Ade il dominio del regno sotterraneo (mentre Poseidone ottenne
il mare) e lo fece padrone e signore non solo delle ricchezze che si celano
sotto terra, ma anche delle ombre dei morti. Tutti i morti, fossero o non
fossero stati in vita buoni, onesti e generosi, si rifugiavano nella casa
di Ade giungendovi attraverso una voragine aperta nel terreno. Vicino alla
regione che li avrebbe ospitati scorrevano, lenti e minacciosi, quattro grandi
fiumi: il Cocito, fiume del pianto, lo Stige, fiume dell'odio. Arrivati lì,
i morti si affollavano sulle rive dell'Acheronte, che era il fiume più
grande ed esteso, porgendo a Caronte, dio canuto (dai capelli e dalla barba
bianca) e dagli occhi di fuoco, l'obolo che la pietà dei parenti aveva
loro posta in bocca prima degli onori funebri. Con quell'obolo Caronte accettava
di traghettare i morti al di là del fiume, nel regno che sarebbe stato
il loro.
Chi senza aver ricevuto gli onori funebri, vi giungeva era condannato a vagare
per cento anni lungo le tristi sponde del fiume infernale. Oltrepassato il
fiume i morti percorrevano un lungo viale, attraversavano un boschetto di
pioppi e di salici e alla fine arrivavano ad una grandissima porta da cui
tutti potevano passare. Custode degli Inferi era Cerbero,
un cane che secondo alcuni, aveva due teste e un serpente per coda, secondo
altri la coda era di cane, le teste erano tre e circondate da tanti serpenti
velenosi. Stava sulla porta per impedire che una volta entrati i morti fuggissero
via da quella triste dimora senza sole.
Alcune leggende narrano che i morti trascorrono nell'Ade l'eterna vita d'oltretomba,
che si svolge monotona senza dolori, ma anche senza gioie, priva dell'attesa
del futuro.
Le ombre, appena entrate nel regno dei morti, sono esaminate dai tre giudici
infernali: EACO, MINOSSE e RADAMANTO;
a ciascuna ombra è assegnata una regione dove trascorrere la vita d'oltretomba.
I malvagi, relegati nel Tartaro, vengono perseguitati da mostri infernali
che rimproverano loro le colpe di cui si sono macchiati; i buoni sono invece
mandati nei Campi Elisi. Nella casa di Ade vivono
le Erinni,le dee nate dal sangue di Urano ferito
da Crono: Aletto l'inquieta, Megera l'odiosa, Tisifone la punitrice dell'omicidio.
Spaventose per i serpenti che ne formano la chioma, coperte di tuniche nere
trattenute da una cintura macchiata di sangue hanno l'ufficio di perseguitare
in vita sino alla morte chi ha mancato verso i doveri della famiglia, e la
loro persecuzione implacabile, seguita a tormentare i colpevoli anche nella
vita d'oltretomba.
Presso i Romani il regno di Plutone, l'Ade dei greci, è l'Orco: il
dio della morte va in giro per il mondo, silenzioso, armato di una falce e
miete la vita di coloro che vuol portare con sé nella regione da lui abitata
e che da lui prende il nome. Regina dell'Orco, e sposa del dio degli Inferi,
è Proserpina. Altre divinità infernali
sono le Furie, simili alle Erinni, e i Sogni le cui leggende furono ricalcate
dai Romani su quelle del mondo greco.