![]() ![]() L'anno scorso, la mia scuola ha avuto assegnato il finanziamento per il progetto 1 A: circa dodici milioni. Che non sono moltissimi. Come non sono moltissimi i circa quaranta dell'1 B. Sicché, l'idea di unire, in prospettiva e come al solito, le forze ed acquistare subito, spendendo poco di più, una macchina scalabile invece che un computer dei soliti. Una macchina scalabile è pensata per poter essere potenziata senza spenderci troppo. È predisposta per crescere ed assumere incarichi più gravosi. È una buona regola, quando uno compra un computer o una periferica, badare che sia scalabile. Il modem analogico può essere aggiornato (gergo: flashato; il gergo dell'informatica è divertentissimo) a standard di connessione più veloci? Se no, lo buttate alla prossima evoluzione tecnologica. La stampante laser prevede l'aggiunta di moduli di memoria? Sono moduli standard? Di un dispositivo per la stampa fronte/retro? Magari, per adesso non serve o non ci sono abbastanza soldi. Però, potrebbe essere necessario in futuro. Vi serve una laser a colori, ma non avete tutti i quattrinucci che sarebbero necessari? Ce ne sono in bianco e nero che possono essere scalate a colori con un kit aggiuntivo. Comprate una di quelle e sperate nel prossimo finanziamento. Oppure, organizzate un corso d'informatica nel laboratorio della vostra scuola per i dipendenti della USL e compratevi un laboratorio nuovo di zecca. Se siete in gamba, ci tirate pure fuori qualche soldino per voi. Con l'autonomia, è possibile. La scuola sta diventando auto-scalabile. A me sembra molto divertente. Ci distraiamo in continuazione, però. Allora: nel mio caso, scalabile per essere promossa, da workstation dedicata agli insegnanti, al ruolo di server di un'aula informatica quando fosse finanziato il progetto 1 B. Così, tutti i soldini dell'1 B avrebbero potuto essere dedicati ad acquistare un numero di client sufficiente per una classe intera (mica ad un computer ci si può lavorare in due o tre: a questo modo, non serve a niente). Già che ci siamo: con l'1 A, volevo comprare questa macchina qua, un'altra di quelle solite, una stampante a colori di qualità fotografica (poi, per l'aula informatica, prendi una bella laser bianco e nero per il lavoro di grossa manovalanza, e sei a posto), uno scanner non proprio professionale ma di buona qualità, un modem, un masterizzatore, un sistema di acquisizione ed elaborazione video per la produzione di materiali multimediali. Stretti, ma ci si poteva stare. Per la macchina in odore di promozione, ho preparato questa scheda tecnica: non va più bene, perché è dell'anno scorso. Date un'occhiata lo stesso e poi ne riparliamo.
CPU
Mainboard
Memoria centrale o RAM
Due dischi fissi (hard disk)
![]() ![]() ![]() Allora, vi serve un case da server. A me piacerebbe indicare anche la marca ed il modello. Ma la nostra scheda non prevede questa possibilità, e pazienza. Badate che non tutti i case tower sono adatti per un server. Come al solito, se avete bisogno di indicazioni più precise, chiedete a noi o, se avete più tempo, fate un giro sulla Rete. La mainboard proprio deve essere quella giusta. Non serve soltanto a reggere i componenti: è il sistema nervoso del computer. Potete comprare i componenti più avanzati che volete, ma se la mainboard non li mette in comunicazione tra loro in modo corretto, avrete delle prestazioni molto scadenti. Una bella mainboard da server di solito è fatta come vedete qui. Sono entrambe di Intel.
![]() In un server la sezione video non ha molta importanza. Di solito se ne sta buono buono nel suo sgabuzzino a fare quel che deve. Lo potete amministrare (che significa, per esempio, assegnare ad un nuovo utente il permesso di accedere alla rete) da uno qualsiasi dei computer della vostra aula scolastica. Il monitor lo terrete quasi sempre spento. A proposito: ho visto in giro server dotati di megamonitor molto costosi. Va bene che è il comandante della rete, il server, ma come decorazione mi pare eccessiva anche per lui. In una rete informatica, i simboli di stato non si usano. Ognuno dei componenti fa il suo mestiere meglio che può, compreso l'amministratore, e sono tutti contenti. In questo sgabuzzino, ci entrerete per accenderlo e per spegnerlo, il server (a meno che non decidiate di tenerlo sempre acceso, come capita spesso), e per controllare ogni tanto che tutto fili liscio. Più per voi che per lui. ![]() La nostra mainboard, poi, deve supportare uno speciale tipo di memoria RAM, che si chiama ECC (Error-Correcting Code, o secondo altri Error Checking and Correcting) e si usa proprio per i server: è in grado di riconoscere gli errori in scrittura/lettura dovuti, ad esempio, ad un salto di tensione della rete elettrica, e di correggerli automaticamente. In un server, possono costituire un bel problema. Guardate questo schema, che è tratto dalla Guida definitiva alle memorie di Kingstone. ![]() La RAM (Random Access Memory) rende disponibili alla CPU i dati di cui ha bisogno. Deve essere veloce (le RAM attuali hanno una frequenza di clock anche di 1/6 inferiore a quella delle CPU), altrimenti ne rallenta troppo il lavoro. Deve essere ben dimensionata rispetto alla capacità di calcolo della CPU ed al numero di operazioni di lettura/scrittura rischieste a quella particolare macchina. Per un buon server, 128 Mbyte possono bastare. Soprattutto, deve essere in grado di correggere gli errori causati dai salti di alimentazione (non dimenticate che un bit è un semplice impulso elettrico). Dunque, avrete bisogno di 128 Mbyte di RAM ECC PC100.
Fino ad un anno fa, si usavano dei moduli SIMM come quello a sinistra. Adesso, sono stati sostituiti dai più veloci SDRAM, o DIMM. Questi SDRAM qua vanno benissimo: a 100 MHz, che è lo standard attuale. Però, non sono tutti uguali: per costo e per prestazioni. Anche se sopra c'è un'etichetta con scritto DIMM 100 MHz, non è detto che sia vero. Non tutti i costruttori sono affidabili alla stessa maniera, e gli assemblatori neppure. Se volete essere proprio sicuri dei vostri DIMM, controllate che ci sia invece un'etichetta (di solito è gialla) con scritto PC100, seguita da una doppia serie di tre numeri (sono i parametri di temporizzazione, ma non vi voglio ammazzare per davvero). Significa che sono stati testati e sono certificati per andare a 100 MHz. Il tempo di accesso massimo deve essere di 10 ns, sennò non ci stiamo con i MHz. Di solito, è di 7. Specificatelo bene nella scheda tecnica come ho fatto io. Un buon modulo DIMM ha i contatti dorati. In questi mesi, Intel sta cercando di introdurre sul mercato dei moduli di memoria ancora più veloci: i RAMBUS. E' chiaro che se aumenta la velocità di clock dei processori, ma non quella della memoria,
le prestazioni complessive del sistema non crescono di molto. Però i RAMBUS sono ancora molto costosi (il costo di un componente informatico è determinato principalmente dalle politiche di mercato del produttore e dai volumi venduti). Il principale concorrente di Intel nella produzione di processori, AMD, ritiene invece che il maggior costo della memoria di tipo RAMBUS non sia proporzionato ai benefici che se ne ottengono. Stiamo a vedere. Una considerazione: in questo ultimo semestre di millennio, i computer della piattaforma x86 conosceranno un bel terremoto. Finora, la piattaforma era stabile e consolidata, ed i componenti tutti compatibili. Adesso, ci sono molti standard diversi. Diventeranno ancora di più. Ma di questo è opportuno riparlare con calma. A proposito di scheda tecnica: nella mia ho fatto un errore. Invece di 64 Mb x 1, c'è scritto soltanto 64 Mb (ma per un server decente si parte da 128, l'abbiamo già detto). Avete già capito: m'hanno appioppato due moduli da 32, invece che uno da 64. Ci si risparmia qualcosa a comprarli, e ci si guadagna di più. Due moduli occupano due slot, e riducono la possibilità di aumentare ulteriormente la memoria. Gli assemblatori sono attentissimi: non dobbiamo essere da meno. Non me lo perdonerò mai. Proprio per finire (e meno male, perché ci siamo stancati tutti), la mainboard deve implementare (gergo: in pratica, significa che ci debbono stare) una o più porte SCSI (che si legge "scasi", ed è l'acronimo di Small Computer System Interface, "interfaccia di sistema per piccoli computer"). La famiglia di standard SCSI è varia e composita. A noi interessa l'ultimo nato, l'Ultra 2 SCSI, o Ultra2, o U2, che consente una velocità di trasferimento dati da e per i dischi rigidi di 80 Mbyte al secondo avete letto bene -. Sul nostro server, i dischi sono molto impegnati dalle richieste di operazioni che provengono dal sistema operativo e dai client di rete. Debbono andare come missili: questo è il massimo possibile attualmente. Più che sufficiente, per la nostra aula scolastica. E' in gestazione l'Ultra 3 SCSI, che farà viaggiare i dati a 160 Mbyte al secondo, ma ci vorrà ancora un po'. Per un confronto, i normali dischi EIDE (probabilmente, Enhanced Intelligent Drive Electronics) che stanno sui computer che non debbono fare il mestiere di server consentono un transfer rate di 33 Mbyte al secondo molto teorici (in pratica, sono circa la metà). ![]() ![]() Se vi accorgete che i vostri dischi scaldano troppo, potete far installare uno speciale supporto, su cui sono montate alcune ventole che provvedono al raffreddamento. E' sempre una buona regola: i dischi rigidi girano a velocità comprese tra 7200 e 12.000 rpm, e producono un bel po' di calore. E se non ci stanno più, li potete mettere all'esterno in un altro case apposta. Vi auguro che i vostri studenti siano tanto produttivi. Il bus EIDE consente la connessione di massimo quattro dischi o periferiche, e non è proprio granché, per un server. A questo punto, sarebbe necessario chiacchierare un po' insieme dei sistemi RAID. Ma siccome non vi voglio ammazzare, lo facciamo un'altra volta. Quanto al mio appalto: per il resto, invece, penso di essermela cavata. Quando ci hanno consegnato la macchina, non ero a scuola (non per colpa mia: non ce l'avevano comunicato). Durante il collaudo, mi sono ben guardato dall'aprirla. Non aprite mai le macchine se non è presente il tecnico della ditta fornitrice. Fatele aprire soltanto a lui. Magari c'è un invisibile biadesivo all'interno tra il coperchio e lo chassis, e vi potreste veder rifiutata l'assistenza in garanzia. Alcune cose l'ho viste subito: gli hard disk, di due, erano diventati uno solo. Il modem era della stessa marca, ma di modello diverso (e più economico). Anche la mainboard era completamente diversa: stessa marca, ma una normalissima da client, monoprocessore e senza controller SCSI: valore commerciale, circa 600.000 Lire in meno. Il controller SCSI era su scheda PCI, di quelli molto economici. Tutto questo me l'ha detto un bel software di testing (ce ne sono di molto ben fatti e perfino gratuiti), da cui ho fatto passare in esame bene bene la macchina. La memoria non risultava a 100 MHz effettivi, il lettore di CD-ROM, di diversa marca, aveva caratteristiche ben inferiori, l'hard disk invece molto simili a quelli che erano stati indicati nel capitolato, ma era di marca diversa e soprattutto solo soletto e vi risparmio tutti i particolari minuti. Meno male che nel capitolato c'era scritto che la scheda tecnica andava restituita timbrata e firmata per accettazione dalla ditta fornitrice. Che ha fornito quel che doveva fornire, alla fine, e ad un prezzo davvero conveniente. C'è costato qualche fax e un po' di lavoro, ma vi assicuro che ne è valsa la pena. Dimenticavo: mancavano anche i CD originali del sistema operativo ed il manuale con licenza d'uso, oltre che il certificato di conformità CE. La ditta, in ogni caso, si è scusata: è stato soltanto un disguido. Spero sia capitato soltanto a me. E' necessario, comunque, fare sempre molta attenzione. Un'ultima cosa a proposito dei server, e tutto sommato abbiamo finito davvero. E' bene che su un server ci sia un'unità di backup su nastro. Sembra un po' il lettore di cassette della vostra autoradio. Serve a fare copie di sicurezza dei file o degli hard disk tutti interi, e vi può mettere in grado, in caso di guai, di far ripartire la vostra aula informatica senza perdere dati (che è il primo compito di ogni bravo amministratore, oltre a quello di renderli disponibili) e senza chiamare l'assistenza. E il bello è che sul nastro non passano i virus. Perciò, serve proprio. Ma ne parleremo altrove in modo più accurato. Il vostro server deve essere garantito per tre anni. Insistete per questo. Costa poco di più, ma è una grande tranquillità. La garanzia deve prevedere l'intervento gratuito (fate attenzione) di un tecnico sul posto (si dice di solito on site) entro 24 ore. Meglio ancora se entro 8 ore. Il vostro server è una macchina molto robusta, ma anche molto sollecitata, e qualcosa può sempre succedere. |