In America le prime esperienze di alfabetizzazione informatica e uso del computer nella didattica sono state realizzate negli anni ‘50, quando la National Science Foundation (NSF) finanziò il progetto C.A.I. La diffusione degli elaboratori decollò agli inizi degli anni ‘70 con l'avvento della microelettronica e l'applicazione dei microprocessori ai PC.

In Italia gli esordi dell'alfabetizzazione informatica risalgono agli inizi degli anni ‘80 e, in tempi relativamente brevi, essa ha raggiunto ritmi notevoli di crescita, soprattutto in questi ultimi anni, con le iniziative del ministero della pubblica istruzione finalizzate alla diffusione delle nuove tecnologie e all'uso degli elaboratori nella didattica. Per un lungo periodo, tuttavia, il MPI non ha pianificato questo sviluppo. L'iniziativa di rinnovare la scuola con l'uso delle nuove tecnologie è stata lasciata agli enti locali o ad associazioni che si sono fatte carico della formazione dei docenti interessati, supportando con sovvenzioni più o meno consistenti la nascita di sperimentazioni. È grazie a questi progetti che l'informatica si è diffusa nella scuola italiana, ponendo le basi per un rinnovamento dell'approccio alle nuove tecnologie e, di conseguenza, della didattica.

Tra i diversi progetti, ricordiamo:
  • Progetto LUCAS , organizzato dal C.O.G.I. (Centro Orientamento Giovani)
     
  • Progetto AMADEUS , organizzato dall'assessorato alla pubblica istruzione del comune di Milano su progetto del C.O.G.I.
     
  • Progetto IDA (Informatica Didattica Apprendimento), su iniziativa del comune di Bologna e in collaborazione con i dipartimenti di statistica e scienze dell'educazione del comune di Milano
     
  • Progetto 100 scuole, promosso dalla casa Commodore tramite concessione di comodato d'uso delle attrezzature alle scuole interessate alla sperimentazione, con il supporto di esperti nel settore informatico e didattico
     
  • Specchio di Alice, promosso dal C.I.E. (Centro di Innovazione Educativa) del comune di Milano
     
  • Progetto Laboratorio Computer, promosso dal comune di Genova con la consulenza scientifica dell'istituto per le tecnologie didattiche del CNR di Genova
     
Tra i tentativi d'intervento del Ministero in quegli anni, si ricordano:
  • Un gruppo di lavoro, coordinato dal prof. Mario Fierli, che nel 1984 ha elaborato il progetto IRIS (Iniziative e Ricerche per l'Informatica nella Scuola), organizzato dal Centro Europeo dell'Educazione (CEDE) di Frascati e volto a sperimentare l'introduzione dell'alfabetizzazione informatica nella scuola elementare, a prescindere dall'uso dei calcolatori.

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  • Il Piano Nazionale per l'Informatica nella scuola del 1985, rivolto solo alla scuola superiore, incentrato sulla formazione degli insegnanti e sulla costituzione di centri nazionali e territoriali di assistenza.

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  • Un convegno tenutosi a Bologna nel 1986, in cui il Ministero sembrò intenzionato a favorire iniziative che introducessero elementi di alfabetizzazione informatica e uso dei computer nella scuola dell'obbligo.

Tuttavia, solo in anni più recenti il MPI ha avviato iniziative ben precise, finalizzate all'introduzione dei computer nell'insegnamento. Ricordiamo:

  • TELECOMUNICANDO, in collaborazione con STET, che ha collegato con scopi di cooperazione, anche in videoconferenza, 15 scuole (elementari, medie, superiori a indirizzo classico) di cinque città, per svolgere un lavoro di presentazione multimediale e ipertestuale di alcuni beni artistici della propria città.

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  • POLARIS, a cura dell'ITD del CNR di Genova, che ha studiato le condizioni e le tematiche della formazione a distanza e in rete.

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  • Progetto Multilab, che riguarda tutti gli ordini di scuola, materna compresa, ed è il primo a fare assegnamento concretamente sull'inserimento della multimedialità nell'attività didattica curricolare. Le scuole interessate sono 141 e appartengono a 20 città (una per regione); in ogni città sono coinvolte una scuola materna, due elementari, due medie e due superiori. Un elemento innovativo è il fatto di avere dato priorità alla formazione dei docenti, prima di assegnare il finanziamento per l'acquisizione delle macchine. È stato utilizzato un sistema "a cascata": formazione di un insegnante tutor per ogni scuola, affidamento di finanziamenti a "scuole polo" cittadine per la formazione di altri docenti, formazione dei docenti dotando le scuole interessate di un minimo di strutture a disposizione esclusiva degli insegnanti. Spetta a ciascuna scuola studiare il progetto più adeguato alle proprie esigenze, per avviare l'introduzione della multimedialità nell'attività didattica curricolare. Le scuole costituiscono un grande laboratorio sparso in tutta Italia e sono tutte collegate con una piattaforma studiata dalla Telecom.

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  • Il PSTD (Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche). La scuola è invitata a farsi promotrice di un'alfabetizzazione che aiuti a tenere il passo con i mutamenti sociali e tecnologici. Il primo obiettivo del programma è quello di educare alla multimedialità; un secondo obiettivo è quello di rendere più efficace l'insegnamento e potenziare l'apprendimento. È indispensabile formare prima i docenti per poter realisticamente progettare una diffusione delle nuove tecnologie nella didattica quotidiana. Si privilegia la costituzione di aule multimediali anziché di laboratori; la configurazione e la dislocazione delle macchine sono lasciate alle esigenze e alle possibilità delle singole scuole. Il programma si articola in due momenti: l'adesione della scuola al progetto I a che è dedicato alla preparazione dei docenti e prevede un finanziamento per la formazione, per l'acquisto di macchine desti nate alle esercitazioni degli insegnanti, per l'acquisto di software per la connessione a Internet, per il pagamento di una parte del traffico telefonico. Il secondo momento del programma è il progetto I b, destinato alle scuole in cui operano insegnanti già competenti nell'ambito della multimedialità. Si prevede pertanto che tutti i progetti I a che hanno dato buoni risultati possano essere trasformati, nell'anno scolastico successivo, in progetti I b. Nell'ambito del PS TD è stato predisposto un progetto speciale per la lingua straniera nella scuola elementare (PSLS-se) con l'assegnazione, a ogni direzione didattica che partecipi ai progetti I b, di un finanziamento di circa due milioni, da destinare sia alla formazione dei docenti di lingua straniera alle nuove tecnologie, sia all'acquisto di software. Lo scopo è soprattutto quello di potenziare e rendere più efficace l'insegnamento delle lingue.